Charity: FUNDRAISING, BENEFICENZA ED EVENTI VIRTUALI (PARTE 2)

La scorsa settimana abbiamo visto come il settore charity sta sfruttando le opportunità nate con gli eventi virtuali ai fini delle attività promozionali e dell’ottimizzazione dei processi di lavoro. Oggi approfondiremo come il digitale sta spingendo il fundraising verso nuove strade organizzative e sviluppi creativi.

Organizzare delle attività di donazione richiede dei processi trasparenti che diano fiducia ai donatori. E’ molto importante, quindi, studiare il target di riferimento, analizzarne la personalità ed individuare le attività che avranno maggiore successo.

EVENTI VIRTUALI e i “NUOVI” TARGET

Facciamo un esempio pratico. Secondo una ricerca di Hubspot, gli enti di beneficenza che desiderano organizzare un evento legato al target “Generazione Z”, devono tenere presente le seguenti informazioni demografiche:

  • la generazione Z ha superato i Millenials (occupa il 32% della popolazione)
  • il 75% della generazione Z usa smartphone e computer
  • il tempo medio speso sui social media è di circa 3 ore al giorno
Da questo esempio, cosa riusciamo quindi a percepire?

Con gli eventi virtuali, gli enti benefici trovano dei nuovi bacini di pubblico da coinvolgere nelle loro attività di fundraising. Sfruttano la propensione digitale dei “nuovi target” grazie ad attività come la pubblicità sui social media, la fruizione di contenuti interattivi e l’utilizzo di pagamenti su smartphone.



FUNDRAISING DIGITALE: come e perche’

Nuovi strumenti, nuovi target e nuove domande da porsi sulle attività per rendere il fundraising facilmente accessibile:

  • ci sono delle pagine social dedicate?
  • la pubblicità è stata veicolata su tutti i canali digitali?
  • sono stati creati dei contenuti teaser per incuriosire il pubblico costantemente?
  • si sta comunicando sul blog per aggiornare costantemente il pubblico?

Gli enti benefici hanno risposto a queste domande, applicando le migliori soluzioni di coinvolgimento ai loro eventi virtuali. Come sottolinea anche una analisi di Hootsuite, approfondiamo le principali attività applicate:

  • Importanza delle discussioni online: i social media non sono “solo” piattaforme per ospitare gli eventi virtuali. I canali digitali sono soprattutto dei mezzi per generare dialogo, discussione ed emozione con e tra il pubblico partecipante.
  • Social livestream: le funzionalità di video dal vivo aumentano il coinvolgimento del pubblico di almeno 6 volte. Le piattaforme social si rivelano ancora indispensabili grazie alla presenza dei live feed e le notifiche diretta per la visualizzazione live dell’evento.
  • Feeedback e dati: utilizzare chat e sondaggi durante e dopo l’evento. Questo permette all’ente benefico di avere una percezione real time della manifestazione e di conoscere i feedback finali. I partecipanti, inoltre, si sentono gratificati nel loro ruolo perché gli viene chiesto di contribuire direttamente alla qualità dell’esperienza.

Nel percorso organizzativo che abbiamo ricostruito si percepisce come le dinamiche del fundraising digitale stimolano la relazione tra le persone e l’evento. Questo si verifica grazie al sentiment raccolto tramite le attività sopraelencate in cui si evince un diretto coinvolgimento dei partecipanti.

Cosa possiamo sottolineare in conclusione?

Secondo noi la bellezza del fundraising digitale è proprio la possibilità, per gli enti benefici, di aprirsi verso un nuovo livello di comunicazione partecipativa con gli attori principali: i donatori.